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RAGAZZI DI STRADA

RAGAZZI DI STRADA

A quelli che non ci sono più
e a quelli che ancora resistono.
A quelli che hanno sempre pagato il conto
più salato degli altri.
A quelli violentati ma sempre puri.
Ai maledetti da Dio.

OGNUNO AL SUO POSTO
COME SEMPRE
A RESISTERE


Siamo stati protagonisti di mille accaduti, belli e brutti, ma siamo ricordati solamente per una cosa che non abbiamo mai fatto.
[...]ma assemblee, siti internet e trasmissioni radio non sono mai stati il nostro forte e con le parole non ce la siamo mai cavati troppo bene. Le nostre doti sono altre.

(Augusto Stigi, Ragazzi di Strada, Roma, 2011, p.99.)


Prendemmo il nome Ragazzi di Strada in ambito curvaiolo ma quelle due parole avevano per noi un significato più ampio e profondo, appartenevano anche a quelli di noi che allo stadio non venivano. Rappresentavano qualcosa di più.
Poco tempo dopo scegliemmo anche il simbolo, un teschio d'indiano con il copricapo piumato giallorosso.

(Augusto Stigi, Ragazzi di Strada, Roma, 2011, p.48)


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SOLDATO STRUMMER


Pagato il suo prezzo il soldato Strummer ha rimesso gli stivali sulla strada
la sua voce urla ancora in onore dei semplici.

La sua città bruciava, poi chiamava, ascoltavo, ora ci cammino
Sembra esser la mia, è il sogno che si rivela.

Fiero di esser niente,
vibrazione che non si tende.
Che bella sensazione
è la voce di una generazione.

Bandiera di nessuno, patriota di ogni popolo, condottiero degli offesi
Ha riempito il cielo con il coraggio delle sue parole.

L’ha colto la tempesta ma ha ripreso la sua rotta, impugnato di nuovo il fucile
Il suo canto combatte ancor e la telecaster spara note affilate.

Fiero di esser niente, vibrazione che non si tende.
Che bella sensazione è la voce di una generazione.

Ha fatto la cosa giusta il soldato strummer, ha spento l’interruttore del successo
Per continuar a fronteggiare l’oppressore..

Strimpellatore mai domo, o tutte e sei le corde o nessuna
Un giorno si è spento e quel volume per sempre e’rimasto drento.

Fiero di esser niente,
vibrazione che non si tende.
Che bella sensazione
è la voce di una generazione

Augusto Stigi



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