lunedì 12 marzo 2012

FIUME DI TENEBRA. L'ULTIMO VOLO DI GABRIELE D'ANNUNZIO.



NON SI FINISCE MAI DI COMBATTERE

Il soldato combatte sempre, tornato dal fronte continua con se stesso. 
L’esaltazione dell’ego in una trincea infinita striscia contenta,
impassibile ai richiami di un' anima corrotta, logorata da morti senza nome e splendida gioventù.
La spada affonda nella ferita anche se putrida dal tempo infettando l’età dell’amore.
Quanti sguardi e sorrisi, indegni di esistere, cavalcano il dorso del demone.
Purifica l’aria che ti circonda e avrai di che sfamarti bestia feroce.
No, non è pazzia giovane assetato d’impresa, è il coraggio che non conosce direzione, l’ ardire di chi non sa che fare, l’ambizione del tempo che non esiste.
E per lo scempio dell’uomo non vi è termine, accade e si maschera, s’insinua  e prolifica.
Dimenticare è l’ignoto, è il nulla a cui aggrapparsi, l’irraggiungibile pace distrutta dai sovrani.
Oh giovane frenetico soldato, non si finisce mai di combattere.

                                                                                                                                           Augusto Stigi 





FIUME DI TENEBRA. L'ULTIMO VOLO DI GABRIELE D'ANNUNZIO.

Romanzo di Massimiliano e Pier Paolo Di Mino.